Covid, l’Italia fanalino di coda per il sequenziamento
La Campania è pronta con i suoi centri di eccellenza: potrebbe produrre 5000 analisi al giorno
«E’ urgente investire nel sequenziamento genetico del virus SarsCoV2 per conoscere l’esatta diffusione della variante Omicron in Italia: è meglio investire adesso in questo, che vedere gli ospedali riempirsi ed ora è il momento per farlo». Lo afferma il genetista Massimo Zollo, dell'Università Federico II di Napoli e coordinatore della Task force Covid-19 del CEINGE-Biotecnologie avanzate.
«Bisogna mettere in campo le energie al servizio di terze dosi e sequenziamento, come in una guerra - continua Zollo -. Il problema è che in Italia si sequenzia poco in periodo di forte allerta, mentre sarebbe molto importante farlo perché le varianti ci saranno sempre e a ogni allerta di una nuova variante che desti preoccupazione, le cosiddette Voc (Variant of Concern), serve un’azione per tracciarla».
I bioinformatici del CEINGE, dall'analisi dei dati, rilevano che tutte le nazioni che promuovono una massiccia attività di sequenziamento della Omicron stanno contribuendo a fornire un quadro della diffusione di questa variante, grazie alle sequenze depositate nella banca dati internazionale Gisaid. Dalle sequenze di Omicron finora depositate nel periodo dal 26 novembre ad oggi, confrontate con il totale delle sequenze, in Germania la Omicron risulta pari all’1,5% delle sequenze depositate (su 15981), nel Regno Unito sfiora il 10% (su 121227 ), in Francia l’1,4% (su 4551), in Spagna il 13,8% (su 1142), in Svizzera il 3,6% (su 4466), in Olanda il 5,1% (su 1924) e in Italia l’1,9% (su 3199).
«Negli ultimi due anni la tecnologia di sequenziamento è migliorata e i tempi si sono accorciati - fa notare Zollo -. Di conseguenza non ci sono più alibi perché questa attività non debba essere svolta regolarmente. Bisogna selezionare i centri di eccellenza e moltiplicare per 5». Secondo il coordinatore della Task Force COVID 19 del CEINGE, nel nostro Paese non manca chi ha competenze e strumenti e il costo di una sequenza, che attualmente è meno di 100 euro, su grandi numeri potrebbe ridursi della metà o di un quarto; quanto ai tempi, oggi è possibile raggiungere il ritmo di 100 analisi al giorno, per centro, quindi una regione come la Campania potrebbe produrne da sola 5000 alla settimana».